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Romain Gary: -La notte sarà calma- -La promessa dell’alba- -La vita davanti a sé- -Biglietto scaduto-

“Credevo che si potesse, in letteratura come nella vita, piegare il mondo secondo la propria ispirazione e restituirlo alla sua autentica vocazione, che è quella di un’opera ben fatta e ben pensata. Credevo alla bellezza, e quindi alla giustizia. ” –La promessa dell’alba

Scrittore al di fuori delle principali correnti letterarie, tanto che non gli è mai stata riconosciuta una grande dimensione letteraria, la critica si è concentrata principalmente sulle questioni di identità. Le sue molte facce e i suoi tanti pseudonimi vengono attribuiti al gusto per il travestimento a tendenze schizofreniche o al rifiuto della realtà. C’è da chiedersi: se si costruiscono storie, non è per aiutarci a vivere? Se si inventano altre identità non è per scivolare facilmente nei panni degli altri e fingere di avere tutta un’altra vita? Il continuo confronto tra realtà e finzione non sono i presupporti per diventare uno stimato romanziere? Comunque, ogni suo scritto è ridotto ad analisi troppo rapide e molti aspetti sono appena toccati. Ha certamente posto l’immaginazione al di sopra della concentrazione sullo stile, tuttavia ha sviluppato in esso quel tratto comico, probabilmente derivato dalla tradizione ebraica dell’Europa centrale, che ha via via utilizzato come sberleffo provocatorio parodia e autoscherno, come prova di resistenza per smascherare l’inautenticità, come banco di prova per la ricerca della verità, sul quale niente e nessuno ha da temere se esce indenne da queste aggressioni. “Il comico è un richiamo all’umiltà, è un’affermazione di dignità, per questo lo rivolgo tanto più volentieri verso me stesso” –La notte sarà calma– . Diventa mancanza di rispetto nel momento storico in cui la ricerca della verità semplice e onesta va contrapposta alla frode ideologica intellettuale, aspetto più ignobile del ‘900. Lui, uomo della Francia libera che non ha mai smesso di proclamare la sua lealtà alla confraternita combattente, con l’umorismo si salvò perché gli permise di superare la delusione per il divario tra i tributi pagati e l’avidità di una società che ha voltato le spalle a quelli che hanno dato la vita. Tuttavia non è rimasto fermo alle commemorazioni del passato, ha osservato e sostenuto le generazioni successive e i movimenti degli anni ’60 e ’70. Ha criticato la politica europea fino alla metà degli anni ’70 sottolineando quelli che dovevano essere i fondamenti dell’Europa e la sua vocazione umanistica, “Non c’è politica possibile se prima non mette radici la cultura…I politici non pensano veramente al futuro. Non c’è (1973) alcuna programmazione per l’avvenire, discorso politico in cui non si avvertono inadeguatezza e le piccole furbizie dei monchi. …..Quando si fanno scelte politiche bisogna astrarsi da se stessi, bisogna partire dagli uomini….invece sono solo modi per rifiutare il cambiamento, diverse le maniere di sistemare le poltrone e le cuccette dell’espresso, ma senza alcuno sforzo per spostare i binari, la direzione. “-La notte sarà calma-. Fautore di una civiltà che abbia i suoi valori in principi femminili (non dice femministi): dolcezza, tenerezza, maternità, rispetto per le fragilità.”È banale sostenere che basta sostituire le donne agli uomini per il semplice motivo che la maggior parte delle donne che “fanno” sono state già ridotte al rango di uomo in virtù delle esigenze stesse e delle condizioni della lotta. Le idee prendono corpo e forma tra le mani, prendono la forma, la delicatezza o la brutalità delle mani che danno loro corpo, ed è venuto il tempo che le idee siano raccolte dalle mani di una donna”-La notte sarà calma-. Condanna i pregiudizi morali contro l’aborto come vere e proprie bassezze, definendoli principi di chi se li può permettere e parte di un cristianesimo privo di umiltà e di pietà.

Pioniere delle rivendicazioni ecologiste, fa sue anche le denunce di arretratezza e sfruttamento del cosiddetto terzo mondo. Tutti i suoi libri gravitano attorno al tema di una costitutiva fragilità e i personaggi trovano la forza di rimanere attaccati alla speranza di qualcosa. Illusioni? Forse, mai però storie fraudolenti, piuttosto versioni ottimizzate della verità. Vero è l’orrore per quello che causa odio dispotismo guerre e tutto ciò che ci rende infelici, cioè una vasta schiera di nemici contro cui ogni uomo degno di questo nome deve battersi; primo tra tutti il dio della stupidità, poi quello delle certezze assolute, poi quello della meschinità del pregiudizio e del disprezzo e poi molti altri, loschi nascosti e difficili da identificare.

Ha reso tributi per onorare sogni speranze e sacrifici e ha dedicato un intero libro a sua madre che lo ha amato enormemente, tanto da fargli dubitare che non sia un bene ricevere così tanto amore, perché si crede sia dovuto e che si possa trovare anche altrove “Con l’amore materno la vita ci fa all’alba una promessa che non manterrà mai. In seguito si è costretti a mangiare gli avanzi, fino alla fine”- La promessa dell’alba-. Sua madre era invadente e dominatrice, profondamente entrata in lui, tanto da costituire il suo testimone interiore cioè l’osservatore di ogni azione e di ogni pensiero, quella cosa che controlla giudica approva o condanna, la guida che ogni essere umano dovrebbe sentire dentro di sé per non perdersi. E sarà per sua madre che metterà in gioco ogni energia per realizzare i suoi sogni di rivincita, per riaffermarne il valore con un risarcimento: veder diventato suo figlio scrittore e ambasciatore di Francia. Lui si farà carico di tutto per raggiungere gli obiettivi perché la posta in gioco era d’importanza capitale e ce la farà, ma alla fine si renderà conto che malgrado tutto non gli sembra abbastanza e che il capolavoro resta irraggiungibile. Con un espressivo riferimento al giocoliere Rastelli che, malgrado fosse il più grande al modo, non riusciva a superare il limite dei sette oggetti sospesi in aria ” L’ultima palla è sempre rimasta fuori dalla mia portata…dopo aver vagato a lungo in mezzo ai capolavori, si fece strada in me la verità poco a poco, e capii che l’ultima palla non esiste” ” Tutti hanno mentito sul caso Faust, Goethe più degli altri….la vera tragedia di Faust non è di aver venduto l’anima al diavolo. La vera tragedia è che non c’è nessun diavolo che voglia la sua anima. Nessuno che venga ad aiutarti ad afferrare l’ultima palla, qualunque sia il prezzo che siete disposti a pagare ” La promessa dell’alba .

La presa di coscienza non deve necessariamente essere seguita dalla rinuncia. La consapevolezza di un limite che ti appartiene può diventare il risveglio per un cambiamento, per cambiare uno schema. Forse è questo che lo ha spinto a voler cambiare tante volte il suo nome, mai invece l’attenzione verso le figure fragili. È giocoso e colorito il linguaggio del piccolo musulmano Momò che in prima persona racconta una storia di banlieue. Lui e i coprotagonisti sono esseri sradicati che vivono nel degrado e nell’emarginazione, tra avversità e contrapposizioni religiose ( “Per molto tempo non ho saputo di essere arabo perché non c’era nessuno che mi insultava. L’ho saputo soltanto a scuola” La vita davanti a sé), in miseria ma con imprevedibili atti di solidarietà dovuti alla spontanea benevolenza e alla comprensione di chi condivide la medesima condizione. C’è in ognuno di loro una tale purezza di cuore che lo spaccio di droga, la prostituzione, la devianza sessuale per necessità di sopravvivenza e tutto quello che fa di loro dei derelitti, risultano niente di fronte al calore affettivo di cui sono capaci. Pagine scritte con un linguaggio imprevedibile, colme di tenerezza e umorismo “Signor Hamil come va? Come va rispetto a ieri vuoi sapere? Ieri o oggi, Signor Hamil, fa lo stesso, è solo tempo che passa…….Sono rimasto ancora un po’ con lui lasciando passare il tempo, quello che scorre lentamente non è francese. Il signor Hamil mi ha detto tante volte che il tempo viene lentamente dal deserto con le sue carovane di cammelli e che non ha fretta perché trasporta l’eternità. Ma è sempre più bello quando ti viene raccontato che quando lo guardi sulla faccia di un vecchio che ogni giorno se ne fa rubare un po’ di più e se volete sapere la mia opinione, il tempo bisogna andarlo a cercare dai ladri” La vita davanti a sé. E fantastiche sono tutte le circonvoluzioni verbali e mentali di Momò che hanno la linearità logica e il candore ingenuo di un bambino che parla di eutanasia omosessualità e vecchiaia.

“Sei rimasto giovane. Gli uomini invecchiano sempre male quando restano giovani” Biglietto scaduto . La tragedia della decadenza virile è impossibile da accettare quando si è imprigionati nel ruolo machista di uomo forte e sempre pronto all’azione. L’angoscia del fallimento fisico è nel protagonista concomitante con quella economica e diventa una metafora del declino dell’occidente, delle sue crisi, disfunzioni e del suo svuotamento (economico sociale ideologico culturale). “Nel corso degli anni ’60 ’70 la prosperità economica pareva aver scoperto il segreto della crescita perpetua e la prosperità economica europea e americana aveva fatto ritrovare quel lustro morale e quasi spirituale che non aveva più conosciuto dai grandi fasti della borghesia del 19simo secolo. Una frase meravigliosa la pronunciò la moglie di un ambasciatore che tornava da un viaggio in Cina -Insomma il comunismo è per i poveri!-. Il mercato dell’auto veleggiava, il credito scorreva a fiumi, il petrolio sgorgava da solo, la costruzione di complessi immobiliari fruttava miliardi ai suoi fautori, ma si offriva al tempo stesso di che sognare a quelli che fino a quel momento avevano dovuto accontentarsi dei gioielli offerti da Richard Burton a Elisabeth Taylor, dei miliardi di Onassis e di Niarkos” Biglietto scaduto. L’incertezza negli sviluppi dell’attività economica alludono all’ansia per la perdita del vigore sessuale, così come il riaffermato successo economico diventa il riscatto per l’umiliazione della regressione sessuale. Pur progettando di eliminarsi, a differenza del Gary reale, questo protagonista non ha rivolto la pistola verso se stesso, probabilmente solo per rimandare l’inevitabile tramonto.

Romain Gary è stata una casuale felice scoperta, ho letto avidamente questi romanzi di cui ho sottolineato frasi che ho poi trascritto su fogli per adornarci casa, su alcune ho riflettuto su altre mi ci sono rispecchiata. Ho trovato comunanza di pensieri sentimenti ed emozioni, una identica visione di fiducia e ottimismo anche nei momenti più duri, una stessa (piccola) dose di misantropia, stessa passione verso il cinema, verso Malraux, verso l’umorismo e verso il mare che lui spesso chiama “mio fratello”. Non ho mai mangiato i cetrioli salati russi da lui adorati, li andrò a cercare per scoprire cosa mi sono persa. Stessa repulsione che diventa avversione e poi vero e proprio astio nei confronti della stupidità: “Quando la stupidità diventa troppo potente, quando la più grande forza spirituale di tutti i tempi, che è la cazzata, si fa sentire di nuovo, chiamo sempre alla riscossa mio fratello l’Oceano….è allora che si leva in me un boato liberatorio, venuto dal fondo della nostra antica notte, una voce potentissima che parla a nome nostro, giacché soltanto l’Oceano mio fratello possiede i mezzi vocali necessari per parlare in nome dell’uomo” La promessa dell’alba.

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